La Soglia Oscura
Monografie

TRANS
di Gianfranco Galliano

Soldi e fantasmi
Molti anni fa, forse 18, evitando l’album di greatest hits Five Years of Slaughter (era una produzione giapponese in vinile, non avevo più un giradischi e soprattutto volevo qualcosa di decisamente più completo come mi capita spesso quando prendo la fissa per qualcosa) acquistai per posta Gravitational Arch of Sex, la quasi opera omnia della Mauthausen Orchestra che conoscevo solo subliminalmente (forse grazie a “Frigidaire”?), ma mi sedusse l’assertivo Paolo Bandera che ne parlava come dell’estremo dell’ estremo e io avevo già un precedente con la mia tesi di laurea su Giorgio Manganelli…In ogni modo conteneva 12 audiocassette: 2nd Movement, From Homicide To Slaughter, Conflict, Murderfuck, Bloodyminded, Vernichtung Lebenunwerten Leben, Necrofellatio, Mafarka, Dedicated To J. Goebbels, They Never Learn, Anal Perversion, Host Sodom. Diversi anni dopo seppi che chi me l’aveva venduta era morto suicida: la voce che avevo sentito al telefono non c’era più (era solo la seconda volta che venivo a contatto con una realtà di questo tipo, ma la prima si trattava di un amico e paradossalmente mi aveva colpito di meno. Forse me l’aspettavo. “Gente che va, gente che viene, gente con vulva, gente con pene”, canticchiava a volte. E perché la sua opera sia omnia: “If you think the fuck is funny, / Fuck your dog and save the money. / But if dog doesn’t action, / You can’t get no satisfaction”, sull’aria di “Jealous Guy” di Bryan Ferry). Poi, non so più come, leggendo Test de solitude di Emmanuel Hocquard, un passo (“Il y a le canale, il y a la souche brulée. / Poser la question de savoir comment passer de l’une à / l’autre, c’est supposer qu’on peut le faire. / Et le supposer c’est poser la règle de l’espace unique. Que pour aller d’ un point à un autre point, on suit une / ligne qui traverse un seul espace”) mi aveva fatto venire in mente quanto le mie 100.000 lire (tanto m’era costata la Mathausen) avessero avuto a che fare con il suo suicidio, per esempio che cosa comprò esattamente con quei soldi, se delle scarpe per esempio o delle magliette o una borsa ecc. – tutte cose innocue intendo – a che distanza stavano dalla sua morte insomma, il desiderio di verificare se per caso ci fosse stato e quale fosse stato un passaggio fluido fra lui e me. I soldi si trasformano, sono notoriamente la quantità senza qualità, l’atomo epicureo che costruisce la nostra realtà di consumatori; questa ligne qui traverse un seul espace che Hocquard stava cercando ce l’aveva sotto il naso: nessun oggetto particolare ci collegò al di fuori del denaro – è il denaro che permette il passaggio da te a me. Anche se fossi nudo riuscirei a muovermi per strada, a correre grazie alle sostanze che ho inghiottito – pagandole – e poi trasformandole in energia. Così ti inseguirei fino a raggiungerti, fino a collegarmi a te. Il mare magnum del denaro… Cosa acquisterà quella prostituta con quei soldi che le ho appena dato? Ci pagherà il gas la cena i libri di suo figlio…Cosa comprerà con precisione? Un minuscolo pezzo di libertà (per i più umanisti)? Li darà per due terzi al pappone e per uno al suo pusher (per i più cinici o i più realisti)? A cosa avrò contribuito con precisione? Alla costruzione di quale sentimento? Sentimento sempre economico beninteso. (Luka Khremo ad esempio per PoliphagusTM spese X tutto incluso). Il contenitore dove stavano le dodici opere era di una bellezza ruvida di cartone crudo spesso, brutalismo senza colori aggiunti, solo un’immagine in bianco e nero incollata che ritraeva un pompino gay. Respingeva o attraeva (non necessariamente sotto il profilo sessuale). Dentro, le cassette meticolosamente ordinate riportavano in copertina, oltre i titoli (che stavano come di regola anche sul dorso), immagini fotocopiate in bianco e nero di pornografia (socratizzazione ecc.) o di pornografia politica (Goebbels ecc.). Il Manuale di cultura industriale diceva che l’edizione era a tiratura limitata: 100 copie. Boh, in realtà non c’era nessuna numerazione neppure per sbaglio, neppure falsa, ma credo che la cosa facesse parte dello spirito col quale era stata concepita l’intera operazione: insomma, se la volete, la nostra musica è così, come il nostro packaging, se no pazienza – senza compromessi, senza alcuna aura di autenticità (il kitsch del nostro tempo): come minimo il feticismo alla Vanessa del Rio: I Sign All My Memorabilia for You After Purchase so You know…You are getting My Fresh & AUTHENTIC Personal Signature!; come massimo lo snuff, Nero Graal in Occidente, moneta corrente dovunque ci sia una guerra (Yaron Svoray), ma le cassette non avevano nessuna linguetta di sicurezza che le mettesse al riparo da eventuali registrazioni sovrapposte a quelle della Mauthausen Orchestra. A dir la verità, dato il tipo di musica, dove ciò che era casuale poteva essere voluto e viceversa, tutti i nastri avrebbero potuto esser manomessi anche dal postino. Come al solito in ritardo, seppi – forse due anni fa – che Pierpaolo Zoppo era morto nel 2012. Considero un cenotafio la mia copia di Gravitational Arch of Sex e mi chiedo ancora una volta come avrà investito esattamente quei quattro soldi di diritti d’autore: un pacchetto di sigarette? Un tascabile? Tre biro? Tutti gli umani con cui sono in contatto (receptionist, camerieri, commessa, padrone di casa) mi sono divenuti amici per questione di soldi (albergo, ristorante, prodotti del supermercato, appartamento), persino mia moglie conosciuta al lavoro, dove guadagniamo soldi entrambi insomma. Ma stavo dimenticando come si manda a monte la mano di carte, come fa quel tale nel Falcone maltese, Flitcraft: nessuna cassetta della Mathausen Orchestra ha il titolo scritto sopra, ce l’ha solo sulla custodia, quindi se sei ubriaco o distratto puoi sbagliare a rimetterla a posto e, dato il tipo di musica, ti sfido poi a riconoscere il tuo errore (a proposito, ho sbagliato qualche volta? Non saprei dirlo), il che è la massima raffinatezza del disordine totale, dell’anarchia poco arty avvolta, come credo di aver già detto – o no?, avvolta nella carta del macellaio.

Fantasma
Qualche volta la porto con me senza una ragione precisa, diciamo che capita. Per comodità succede sempre in auto. Così le faccio vedere in breve com’è diventato il mondo senza di lei. Le mostro questo, le mostro quello – ma soprattutto le dico: “Voglio proprio che tu veda i tuoi nipoti, i figli di tuo figlio.” Quando arrivo da loro, però, ho già scordato tutto.

Fantasmi
Una volta, da ragazzo, in piena pubertà, ebbi un febbrone da cavallo – ma quasi piacevole (come accade solo con l’influenza). Allora mi si aprirono le porte dei desideri nascosti, perlomeno in parte: quel che potevo sopportare all’epoca, insomma. La stessa cosa, ma in modo maiuscolo, mi accadde da vecchio, sempre per quel che potevo sopportare di sadomasochismo al lavoro (forse non ero poi così vecchio se mi riservavo ancora certe sorprese…) E dopo?

Poetico e impoetico
Il Sadhu si prepara a insegnare ai suoi spettatori come si raggiunge la santità, nudo, estendendosi il membro che per questo scopo avvolge intorno a un bastone. A gambe incrociate, accoccolato al suo fianco un bambino, nudo e ancora impubere, rappresenta la sessualità. Di fronte al pubblico, alla destra della foto di Giuliana Pedroli Piras, è seduto un altro Sadhu: sta leggendo tranquillamente un quotidiano.

L’aldilà e l’aldiquà
L’aldilà, un gioco di ruolo che un giorno forse potrà metterci in contatto coi vivi, quelli con cui abbiamo lasciato il discorso a metà: “La connessione con i vivi è una grande fetta di questa faccenda, ma noi non abbiamo ancora accesso a questo, Everchat non è ancora disponibile, è una funzionalità che semplicemente ancora non esiste.” Allora giochiamo per renderla possibile. L’aldiquà, un gruppo WhatsApp di vecchi amici che non si vedono più da decenni e che ha come obiettivo di metterci in contatto con i noi morti: “Comunque questi ricordi nostalgici mi mettono un po’ di tristezza. Non siamo poi così vecchi! Scusate non volevo interrompervi, cercavo di provocare per farmi mandare a cagare. Lungi da me il voler essere serio.” Ma come si può notare, dei me morti ho una gran paura.

Rawhead Rex
Caporali doppie aperte «apice doppio “apice singolo ‘Ma che cazzo vuole questo ectoplasma? ’ Apice singolo” apice doppio» Caporali doppie chiuse
Apice doppio “apice singolo ‘Boh?’ apice singolo” Apice doppio
Arf punti di sospensione…
Arf punti di sospensione…
Slap slap punti di sospensione…

Right
23 febbraio 1981, giorno del tentato golpe del colonnello Antonio Tejero Molina che, al comando di duecento militi della Guardia Civil, entrò nell’emiciclo del parlamento spagnolo sparando col suo revolver a destra e a manca (in aria, ma questo nessuno poteva saperlo al momento in cui fece fuoco): soltanto il vicepresidente del Consiglio spagnolo e il deputato Suarez reagirono ai colpi restando seduti ai loro posti e rifiutando istintivamente di buttarsi a terra come fecero invece, altrettanto istintivamente, i loro colleghi. Il colonnello e i suoi soldati o i due onorevoli: chi furono i veri fascisti?

Kigeki
La strage lascia fiocchi di neve rossa morbida fine.

Sotto l’ombrellone
In riva al mare
Pina Bausch distava dalla fine dell’intervista una sola domanda
Cosa resterà della sua esperienza
Lei stese il braccio come per prendere qualcosa
poi d’improvviso il soffio vitale la lasciò
ma senza dolore
l’ombrellone si chiuse semplicemente sopra di lei rapido e fluido

in memoriam di M.

Sulla spiaggia in divisa
ridicoli sotto l’ombrellone
noi vigili siamo alla caccia di writers
che agiscono grazie alla canicola pomeridiana
che desertifica la città
Il primo colpisce
Fugge
M’alzo di scatto
ma mi risiedo immediatamente
colpito e affondato dalla frase lasciata sul muro
I campetti non muoiono mai!
E se non piangi, di che pianger suoli?

In fondo al Grand Canyon
sotto un ombrellone smerdato
profilattico usato
alzo gli occhi e vedo lassù
la cavalla dominante che scalpita e nitrisce
ho un’improvvisa erezione
Forse quella del profilattico non è un’immagine
ma l’ultima protezione dalla confusione fra
uomini e bestie intorno a me
centauri o swift

Norman
ispeziona le fila di sdraio e ombrelloni in legno speciale affidatigli
tutto ok tutto a
anzi no
un ombrellone è troppo inclinato
Com’è possibile
Quando vede la macchia di sangue dove il paletto di sostegno ha trapassato il cuore della donna
però
tira un sospiro di sollievo
un’altra vampira di meno

Note
La citazione in “L’aldilà e l’aldiquà” viene da Reboot di D. Finn. L’impianto generale di Trans dal canto XXV dell’Inferno, quello della doppia metamorfosi.