WHAT IF…? UNA SPLENDIDA CARNEVALATA
a cura di Gabriele Luzzini
di Autori vari
Un’antologia dinamica per celebrare il Carnevale coi racconti dei membri del collettivo artistico ‘The Creative Network’!
Gli autori propongono realtà alternative delle maschere più note della tradizione e della commedia dell’arte in soli 320 caratteri (equivalenti a 2 SMS).
Buona lettura e buon Carnevale!
IL QUADRO di Gabriele Luzzini
Una sottile soddisfazione si impossessò di Meneghino mentre osservava il quadro che lo ritraeva. Uno sguardo arcigno e rugoso lo fissava pur non appartenendogli. Eppure era lui, col tricorno e la lunga giacca.
Giunse Cecca a rompere l’incanto:
«C’è al portone il signor Dorian Gray e chiede la restituzione del dipinto…»
LA CECCA INNAMORATA di Monica Porta
Meneghino ringiovaniva, da giorni Cecca temeva, sospettando di lui.
Così, quando Dorian Gray bussò alla porta lo accolse con una sonora risata.
«Via, Via. Non abbiamo quadri, noi!» gli gridò, poi, Cecca in risposta.
Gray ne rimase talmente stupito da cedere subito le armi di fronte alla bellezza della Cecca innamorata.
E IO PAGO! di Giovanni Maria Pedrani
«Go ‘na notisia inportanta!» fece il ministro.
Il partito delle maschere era andato al potere ed era stato sovvertito tutto.
Allarmante quell’attaccabrighe di Brighella alla Difesa e imbarazzante Pulcinella capo dei servizi segreti.
«Le tasse sarà al 98% e no ghe sarà più sanità e scole!»
Ma proprio Pantalone alle Finanze?
ARLECCHINO SCOLORITO di Caterina Marchesini
La vigilia! Tutto pronto! Il vestito ben stirato.
Subito a letto.
Appena sveglio, ancora buio, si vestì in fretta e uscì: la sfilata di Carnevale sarebbe iniziata all’alba! Ma, raggiunti gli altri, nessuno lo riconobbe!
Fu allora che si guardò: il suo abito era tutto bianco!
I colori scoloriti? Scherzo di carnevale?
PRESTAMI LA PENNA di Monia Guredda
(libera interpretazione della canzone popolare francese del XVIII secolo intitolata Ai clair de la lune e attribuita a Jean-Baptiste Lully)
Al chiar di luna
Amico Pierrot
Prestami la penna
Apri, per amor di dio!
Pierrot disse
Non ne ho
Và dalla vicina
L’amico bussò
Lei chiese
Chi è?
Lui rispose
Aprite, per il dio d’amor!
Al chiar di luna
Non si vede bene
Così cercando
Le mani s’incontrarono
Pierrot
Triste
Arrivò
Le gole squarciò
E una lacrima rossa
In eterno
Il viso gli segnò
UNA STREGA A VENEZIA di Viviana De Cecco
– L’Inquisizione ha scoperto che sei tu la strega che ha avvelenato i suoi corteggiatori! – le gridò Pantalone. Ma la furba Colombina gli versò addosso il vino della brocca che teneva in mano e, dopo averlo trasformato in olio bollente con il pensiero, lo finì con un morso. Tortura perfetta per il suo molesto padrone.
COLOMBINA di Surabhi Guastalla
Colombina, a differenza delle sue sorelle, odia il bianco e il suo nome che cambierebbe volentieri in Corvina. Eh , si, perché lei ama il nero che sa di sfida e di mistero e sopporta malissimo le buffonate del suo fidanzato Arlecchino: infatti appena può strizza l’occhio all’amico Brighella che subito allunga le mani.
LA DIETA DI STENTERELLO di Michele Ottone
Dalla Toscana il bravo Stenterello
Dotato di vivace parlantina,
Esile minuto menestrello
Migra curioso verso Abbiategrasso.
Diventa per incanto cicciottello
Ma esuberante come un materasso.
Rammenta tu che leggi queste rime:
Ogni vantaggio comporta privazione,
Per ogni valle ci sono delle cime
Per ogni Stenterello un Balanzone!
AIUTO, IL LAZZO NO! di Giuseppina Rombi
Aiuto, il lazzo no! Fra tanta folla proprio io che me ne stavo tranquilla in un angolo della strada?
Dove mi porterà e cosa mi succederà? Si avvicina sempre di più tirando la fune.
Vestito di tutto punto, come se fosse il principe dei sogni di ogni fanciulla.
Issohadore, non sapevo che il suo lazzo portasse fortuna.
CAPITAN SPAVENTA di Evelyn J. Carr
Capitan Spaventa si alzò pronto ad entrare in campo ma vide che il vestito era larghissimo. Anzi era lui che diventava sempre più piccolo! Un omarino a cui il tronfio cappello piumato scivolava sugli occhi e non gli faceva vedere più niente. Così si rifugìò a letto, perse tutta la sua baldanza e non uscì più di casa.
TARTAGLIA di Emma Misitano
Buongiorno cari amici, in coda alla sfilata vi saluto con un cenno della testa. Era in piedi sul carro: a tratti apriva la bocca per richiuderla subito ingoiando nodi immaginari.
Ma alla fine qualcosa risalì, graffiandogli la gola. Il getto disegnò un arco giallognolo che ricadde sulle maschere corrodendone il velluto.