COSA SUCCEDE QUANDO FAI UN RITUALE?
di Simona Semino
Coven Protegit Stipula
Il dietro le quinte della magia
Quando accendiamo una candela, tracciamo un simbolo o pronunciamo parole antiche, stiamo facendo molto più che seguire una sequenza: stiamo danzando con l’invisibile.
Un rituale non è un gioco, né una messinscena. È un atto sacro e vivo, in cui ogni gesto, parola, profumo, colore ha un peso simbolico e un’azione concreta. Ma cosa succede realmente, al di là di ciò che vediamo?
Il rito: azione e intenzione
Il rituale è una forma di linguaggio. Ogni suo elemento comunica:
• il gesto muove l’energia;
• la parola dirige;
• il simbolo attiva;
• l’offerta collega.
Insieme, questi strumenti creano una tensione magica: uno spazio sospeso, in cui ciò che desideriamo, ciò che invochiamo e ciò che siamo diventano una cosa sola.
Le forze invisibili in movimento
Durante un rituale, si attivano diversi livelli energetici:
• la tua energia personale viene orientata e focalizzata;
• il tuo campo aurico si espande, si attiva, risuona;
• si crea una connessione con altre forze: archetipi, entità, spiriti-guida, egregore, divinità… a seconda della tua via.
Queste forze non “obbediscono”, ma rispondono. Il rito è un richiamo, una vibrazione che invita.
Il tempo sospeso del rito
Quando inizi un rituale, qualcosa accade: il tempo smette di essere lineare.
Il rito crea una bolla fuori dal tempo comune. Non è ieri, oggi o domani. È il “tempo del possibile”, in cui il seme della volontà viene piantato nel terreno energetico dell’universo.
In questo spazio sospeso:
• la tua intenzione diventa vibrazione pura;
• ciò che è dentro e ciò che è fuori si specchiano;
• si aprono varchi tra mondi, tra realtà, tra futuri possibili.
È in questo tempo che l’energia trova la strada per compiersi.
La risposta invisibile
Non sempre un rituale ha un effetto immediato, ma sempre qualcosa si muove.
L’energia non va mai persa: si trasforma, si adatta, prende il sentiero più adatto.
La risposta può arrivare:
• come sincronicità (segni, coincidenze, sogni);
• come cambiamento interiore (intuizione, guarigione, chiarezza);
• o come manifestazione concreta, spesso in modo inaspettato.
La magia non obbedisce. La magia ascolta, valuta, risponde.
Per questo, ogni rito è un dialogo, non un ordine.
E il primo dovere dell’occultista è ascoltare il ritorno.
La candela: testimone elementale
Tra tutti gli strumenti magici, la candela è quella che più ti assomiglia.
È corpo (la cera), è respiro (l’aria che la nutre), è emozione (l’acqua che si scioglie), è spirito (la fiamma viva).
Ogni volta che accendi una candela:
• crei un punto di contatto tra mondi;
• dai forma visibile all’intento;
• chiami gli elementi in un’unica presenza.
Per questo io la considero un essere vivente del rito, non un oggetto.
È un canale, un messaggero, un testimone sacro.
Se il rito è una lettera, la candela è la piuma con cui la scrivi.
Conclusione
Quando compi un rito, non fai finta.
Non stai “provando a vedere se funziona”.
Stai dicendo il tuo vero nome al mondo, stai tracciando un sentiero in mezzo all’invisibile, e stai scegliendo di farlo con coscienza.
La magia non è evasione. È partecipazione attiva alla realtà sottile.
E tu, con ogni gesto, ne sei co-creatrice.
(Coven Protegit Stipula)


