La Soglia Oscura
Giuseppe Congedo,  Interviste

GIUSEPPE CONGEDO E IL SENSO DELLA SCRITTURA
(Intervista raccolta da Gabriele Luzzini)

Giuseppe Congedo ha scritto la Storia nel Buio, il racconto giudicato più spaventoso nell’antologia “Storie nel Buio – vol. 1” e vincitore del Contest.
Autore di racconti e poesie, ha pubblicato per Dunwich Edizioni, Bugs Comics, ESESCIFI, LetteraturaHorror.it, Pidgin Edizioni, IVVI Editore, Edizioni NPE.
Giuseppe è qui per parlare di progetti recenti e futuri, fonti di ispirazione e, inevitabilmente, di insolito.

1) Il tuo racconto ‘Il Male Necessario’ è stato individuato dalla Giuria come miglior racconto del Terrore ricevuto in questo Contest (su 200 opere ricevute… Ancora complimenti!). Lo stile è molto accurato e la situazione davvero realistica. Ti sei ispirato a qualche fatto reale di cui sei venuto a conoscenza?
Innanzitutto grazie ancora. Nonostante uno stile fortemente realistico nella narrazione, l’idea per il racconto è frutto di pura fantasia. Non mi sono ispirato a fatti reali o presunti tali. Mi sono lasciato trasportare da una delle tematiche classiche del genere Horror, vale a dire la possessione demoniaca. Ho semplicemente cercato di darle una chiave di lettura diversa dal solito.

2) Ti occupi di racconti, poesie e sceneggiature per fumetti. Come cambia l’approccio coi differenti media?
La questione è puramente strutturale. Ogni media narrativo risponde a regole di composizione diverse. Una medesima idea può essere sviluppata sotto forma di racconto o sceneggiatura. A cambiare saranno l’impostazione e la struttura del testo. L’opera di narrativa finirà sotto gli occhi del lettore così com’è. La sceneggiatura è un testo più a uso e consumo del disegnatore (o del regista, nel caso del cinema). Un po’ diverso quando si parla della forma poesia, decisamente più legata a una questione emotiva, almeno nel mio caso.

3) Hai dimostrato un inequivocabile talento nelle storie del Terrore. C’è qualche altro genere che ti piacerebbe esplorare?
L’Horror resterà sempre al primo posto nella rosa dei miei generi preferiti. Sia nel campo narrativo che fumettistico, mi è capitato di sconfinare anche nella Fantascienza, nel Crime e nel Western. Quest’ultimo mi affascina particolarmente (sono un grande estimatore della filmografia di Sergio Leone).

4) Ci puoi anticipare qualche futuro progetto a cui stai lavorando?
Ho da tempo terminato la sceneggiatura di una Graphic Novel che uscirà presto. Si prospettano anche novità nel campo dei racconti brevi e della poesia, ma non posso sbilanciarmi oltre.

5) Se avessi la possibilità di passare cinque minuti con un Autore (vivente oppure no), chi sceglieresti e cosa gli vorresti dire?
Stephen King senza ombra di dubbio. Non c’è una cosa in particolare che vorrei chiedergli. Anche perché temo che l’unica parola che riuscirei a pronunciare è Grazie… per poi svenire subito dopo.

6) William Somerset Maugham in ‘The Summing up’ ci ricorda che ‘Non scriviamo perché lo vogliamo; scriviamo perché dobbiamo’ [We do not write because we want to; we write because we have to]. Qual è l’impulso, l’urgenza che ti spinge a scrivere?
Maugham ha perfettamente ragione. Si scrive perché non c’è altra via d’uscita. Quando un’idea inizia a frullarmi per la testa, devo metterla nero su bianco quanto prima. In caso contrario finirà per torturarmi. Devo darle voce per sentirmi finalmente appagato.

7) Se dovessi indicare un libro, un film e un album musicale che per te significano molto, quali sarebbero e perché?
Domanda tosta. Per quanto riguarda un libro, direi sicuramente IT di Stephen King. Non è una semplice storia dell’orrore, è un capolavoro di formazione in grado di toccare corde profondissime. Gli devo molto, sia come lettore che come scrittore. Scegliere un film in particolare per me è quasi impossibile. La mia cinefilia mette radici in ogni direzione. Potrei dirti Pulp Fiction di Tarantino, per il suo modo di trasformare l’intrattenimento in arte elevatissima, oppure Zombi di George A. Romero, forse il mio primo Comfort Movie da adolescente. In campo musicale calo l’asso con Nevermind dei Nirvana. Forse un po’ scontato, ma ha letteralmente cambiato il mio approccio alla musica.

8) Hai qualche particolare rituale, vezzo, abitudine quando scrivi?
Nessun vezzo. Mi piace scrivere con il silenzio e mi siedo alla scrivania solo quando ho le idee ben chiare su cosa mettere nero su bianco.

9) Avendo esperienza anche come insegnante presso la ‘School Comics’, hai un consiglio da dare agli aspiranti scrittori?
Il più banale e scontato di tutti ma, proprio per questo, il più efficace. Bisogna leggere tantissimo e scrivere tantissimo. Ai miei studenti consigliavo sempre di non affezionarsi troppo a quello che si scrive. Se una cosa non funziona, bisogna avere la forza di buttare e ricominciare da capo.

10) E infine, come consuetudine sulla Soglia, l’ultima domanda… Sei stato protagonista o testimone di un evento inspiegabile?
Io personalmente no, ma alcuni dei miei amici più stretti sono stati testimoni di avvenimenti che potremmo definire di Poltergeist. Per quanto mi riguarda, pur essendo un grande appassionato del genere, preferisco che certe cose restino confinate nel campo della Fiction.