IL CORPO COME ALTARE
di Simona Semino
Coven Protegit Stipula
Il corpo come altare: pelle, stoffa e fiamma nel rito
Ci sono momenti in cui il corpo smette di essere soltanto materia: diventa soglia, custode, portale. Prepararlo al rito non è un gesto estetico, ma un atto sacro. Ogni unguento che si stende sulla pelle, ogni abito che si indossa, ogni candela che si accende… partecipa alla trasformazione. Nulla è lasciato al caso, perché il corpo non è spettatore del rito: ne è il centro.
In molte tradizioni esoteriche il corpo viene trattato come un vero e proprio altare vivente. Non si tratta solo di profumarsi o vestirsi in modo evocativo, ma di preparare la carne alla presenza del sacro. Ungere i polsi, il cuore, la nuca. Indossare un abito carico di significato. Accendere una candela che arde in risonanza con ciò che è stato evocato. Questo è l’inizio del rito. Questo è il momento in cui la materia e lo spirito si riconoscono e si parlano.
Gli unguenti rituali: la pelle come portale
Ungere la pelle prima di un rituale è un gesto antico quanto la magia stessa. In molte culture, l’unzione non era un atto ornamentale, ma una consacrazione. Gli unguenti preparati con erbe, resine, oli e polveri, se scelti con sapienza, diventano chiavi per aprire porte interiori.
Il polso, la nuca, lo sterno, le piante dei piedi: ogni punto del corpo assorbe e trasmette in modo diverso. Alcuni unguenti stimolano il terzo occhio, altri risvegliano l’energia sessuale o rafforzano la protezione spirituale. La pelle non è una barriera, ma un filtro vivo, pronto ad assorbire la volontà.
Preparare un unguento è un’arte, così come applicarlo: con rispetto, con intento, con la certezza che ciò che si unisce al corpo, si unisce allo spirito.
Ricetta base – Unguento di apertura e centratura
• 1 cucchiaio di burro di karité (per la stabilità)
• 1 cucchiaio di olio di cocco (per la fluidità e l’apertura)
• 1 cucchiaino di lavanda (purificazione)
• 1 cucchiaino di rosmarino (energia e concentrazione)
• Una punta di curcuma (protezione solare e potere della parola)
Procedura di preparazione: _base generale_
1. Sciogli la base scelta a bagnomaria.
2. Quando la base è sciolta, aggiungi le erbe, oli essenziali e polveri.
3. Mescola lentamente in senso orario per caricare l’unguento di energia positiva (in caso di protezione o guarigione) o in senso antiorario per scacciare e dissolvere energie negative.
4. Versa il composto nel contenitore (lavato e purificato con incenso) e lascia raffreddare finché non solidifica
5. Attiva l’unguento con una formula magica o una benedizione personale.
Applicare su polsi, cuore, nuca, palmi delle mani. Questo unguento “apre i portali” del corpo sottile, predisponendolo alla connessione.
Abiti magici: tessuti che trattengono memoria
L’abito rituale non è mai una semplice veste. È un guscio energetico, spesso carico di memoria, di intenzione, talvolta anche di spiriti. Alcuni tessuti custodiscono storie, altri ne assorbono. Vestirsi per un rito significa scegliere di chiudere fuori il profano e accogliere il sacro.
Che si tratti di un abito cucito a mano, di una tunica trovata in un mercatino dell’usato, o di un semplice pezzo di stoffa annodato con intento: tutto ha valore se carico di significato. Alcuni operatori scelgono sempre lo stesso abito per canalizzare meglio; altri li cambiano in base all’elemento evocato.
Importante non è la bellezza, ma la vibrazione che quell’abito trasmette. Ciò che indossi nel rito diventa un’estensione del tuo campo energetico: partecipa, protegge, trasmette. La cosa fondamentale è purificarlo la prima volta che lo si indossa, uno smudge, un incenso insieme a parole di potere rimuovono la memoria che l’abito porta con sé, dandogli modo di imprintarlo con la nostra energia.
La candela elementale: fuoco che guida, sigilla e brucia
Quando tutto è pronto – la pelle unta, il corpo vestito – arriva il momento di accendere la fiamma. La candela non è mai un ornamento: è una presenza viva, un tramite, un’offerta. Il fuoco, nel rito, rappresenta la volontà, la trasformazione, il passaggio.
Ogni colore, ogni profumo, ogni erba applicata su una candela ha un significato. Le candele sono strumenti completi: racchiudono terra, aria, fuoco e acqua. Quando le accendiamo, invitiamo l’elemento a partecipare.
La fiamma osserva, ascolta, risponde. Arde più forte quando l’energia è alta, si spegne quando qualcosa non va. È lo specchio silenzioso del rito.
Vestizione della candela
1. Ungere la candela con olio di oliva dall’alto verso il basso (per attirare a sé)
2. Incidere eventuali parole o simboli
3. Ricoprire la candela con le erbe dedicate per il rito
4. Caricare il tutto con intenzione e visualizzazione.
5. Ricordarsi di accenderla con un fiammifero.
Esempio rituale: il corpo come altare
Una proposta semplice ma intensa, da adattare al proprio sentire:
1. Bagno di purificazione con infuso di timo e sale.
2. Unguento di lavanda e rosmarino steso su polsi, fronte, cuore.
3. Veste nera in lino grezzo indossata con intenzione di protezione e raccoglimento.
4. Candela bianca unta con olio rituale, con erbe di apertura (salvia, ruta, verbena).
5. Invocazione: “Il mio corpo è altare, la mia voce è chiave, la mia fiamma è via.”
6. Silenzio. Presenza. Ascolto.
Ogni strega sa che non esiste divisione tra spirito e materia. Il corpo è la prima magia. È con esso che danziamo, che sentiamo, che parliamo agli Dei. È con esso che amiamo, soffriamo, intuiamo. E allora onoriamolo. Trattiamolo come il primo e l’ultimo altare, l’unico che ci accompagna sempre.
Perché ogni pelle che brucia di unguento, ogni abito che sfiora l’aria prima di un rito, ogni fiamma che si accende con intento… è un frammento di universo che prende vita dentro di noi.


