La Soglia Oscura
Misteri

LA CASA DEI VENTI DI BOCA
di Alessandro Schümperlin

Nascosto tra le colline del Novarese, un mistero avvolge il Santuario del Santissimo Crocifisso di Boca e la misteriosa Casa dei Venti, legata all’eccentrico genio di Alessandro Antonelli. Il luogo di culto, opera maestosa dell’architetto piemontese, cela al suo interno una storia affascinante e ricca di misteri ma è proprio a pochi passi dal Santuario che si cela il più grande enigma: una piccola costruzione, la Casa dei Venti, avvolta da un’aura di mistero e legata a una figura enigmatica.

Il santuario di Boca: misticismo e origine
Prima di addentrarci nel mistero della Casa dei Venti, è fondamentale contestualizzare il luogo in cui sorge.
Il Santuario di Boca, opera maestosa dell’architetto Alessandro Antonelli, è da sempre un luogo di culto e di pellegrinaggio. La sua posizione dominante sulle colline, la sua architettura imponente e la storia centenaria che lo avvolge ne fanno un luogo carico di energia e spiritualità. Non è un caso se proprio in questo contesto, così ricco di significati simbolici, si sia sviluppata una leggenda così affascinante.
Prima della sua fondazione c’era una Cappella votiva che nel 1700 si diceva esser stata in grado di salvare un ragazzo dall’epilessia e salvare un mercante dall’assalto di briganti così che dal 1700 in poi l’afflusso di pellegrini e fedeli aumenta esponenzialmente.
Quindi si decise di creare un santuario per accogliere i fedeli. Il primo progetto è di Agnelli che nel 1820 fa creare un colonnato attorno allo scurolo poi Antonelli, chiamato un anno dopo dal parroco di Boca visto quanto da lui fatto con la chiesa di Maggiora, paese limitrofo: Antonelli accetta e comincia a lavorare al progetto. L’idea iniziale prevedeva diverse modifiche geografiche e geomorfiche, come spesso era uso di Antonelli. Tra le altre cose demolizione del colonnato di Agnelli, lo spostamento del letto dello Strona e quindi il santuario in quanto tale che doveva esser lungo 45 metri, a tre navate con ventisei colonne, una navata centrale altra almeno 51 metri e un pronao con 16 colonne alte 10 metri e la torre campanaria che avrebbe dovuto essere alta 119 metri con annessa guglia.
Ovviamente, visto quanto è l’attuale grandezza della struttura, si deduce che Antonelli dovette cambiare in “corso d’opera” le scelte architettoniche e costruttive, perché economicamente non era possibile sostenere quella progettazione. Inoltre, occorre tener presente che Antonelli non vide mai finito il santuario: fu il figlio Costanzo a terminarlo, con molta fatica, un crollo parziale nel 1907 e problemi di tipo burocratico oltre a divergenze con gli altri responsabili della costruzione. Tanto che nel 1915 Costanzo lascia il progetto e solo nel 1917 il santuario viene aperto al culto.
Ma perché fare tutta questa specifica sul santuario, se parliamo della “Casa dei venti di Boca?” e cosa c’entra Antonelli?

La casa dei venti: architettura enigmatica
La casa dei venti è un piccolo edificio decisamente particolare situato ad un centinaio di metri dal santuario. Si tratta di una sorta di villetta (ma questo termine va “preso con le pinze”) in stile neogotico, costituita soltanto da quattro piccole stanze ottagonali. La costruzione è coronata da un terrazzo. Quando vi si passa vicino, andando da Boca a Grignasco o viceversa, crea uno strano senso di malìa, di curiosità e di inquietudine.
Scendendo appunto dalla strada che collega Grignasco a Boca, detta Traversagna, tra una serie di vigneti e boschi si staglia una strana torre, non collegata a nulla. Più ci si avvicina e più si capisce essere una struttura a sé stante e che è composta dalle quattro stanze ottagonali sovrapposte che s’intersecano non con una torre ma con le due torrette sempre a otto lati. Diverse porte, quasi tutte rivolte verso Grignasco, ed alcune finestre sempre in stile neogotico sembrerebbero voler invitare l’aria ad entrare nella Casa dei Venti, se non fosse per quelle persiane chiuse da moltissimi anni.

L’abitante misteriosa della casa e il suo male
Ci viveva, ai tempi della fabbricazione del santuario, una signora molto riservata che usciva poco, sempre vestita di nero e con il viso velato. Usciva solo accompagnata da una vecchia cameriera. Si diceva che fosse la vedova inconsolabile di un famoso personaggio straniero.
La signora riceveva pochi visitatori tutti provenienti da lontano e sconosciuti agli abitanti di Boca. Soltanto l’Antonelli, quando veniva saltuariamente a controllare i lavori al santuario, non mancava di farle visita ed era uno dei pochi che accedeva a quella casa e uno dei pochissimi conosciuto in zona anche dal popolino.
L’arrivo della misteriosa donna a Boca suscitò inizialmente grande curiosità tra gli abitanti, tuttavia l’assoluto riserbo della donna e la mancanza di informazioni sulla sua vita portarono ben presto le persone a perdere interesse, sebbene alcune leggende e dicerie continuassero a circolare nel paese.
Si parla, appunto, di pettegolezzi e di dicerie di paese: quello che si sa che questa donna aveva problemi a “farsi toccare dal sole”. Si vocifera che la donna fosse vittima di un morbo che le sarebbe stato trasmesso dal marito: la sua impossibilità di potersi esporre al sole venne definita licantropismo emofilo.
Chiariamo che c’era il sospetto, da parte della popolazione, che la donna fosse un lupo mannaro o un vampiro o qualche miscuglio tra le due creature. Anche perché, diciamocelo, essendo imparentata con Antonelli ed essendo Antonelli chiamato dal parroco per fare un santuario non ci sarebbero state dicerie di quel tipo su una “persona al di sopra di ogni sospetto”.
Ma che malattia sarebbe quindi il “licantropismo emofilo”? Non avendo trovato nulla su vecchi manuali di medicina, ci sono delle possibili ipotesi. Potremmo dire che “licantropismo emofilo” potrebbe essere la definizione alternativa di affezioni quali: la porfiria, il lupus eritematoso o lo xeroderma pigmentoso. Oppure una di quelle malattie psicosomatiche non semplici da diagnosticare ora, figuriamoci nel 1800.
Essendo un famigliare, forse l’Antonelli sperava di guarirla con la vicinanza al santuario e i relativi effetti taumaturgici: dopo tutto se la cappella del crocifisso aveva salvato quasi un secolo prima il ragazzo dall’epilessia, avrebbe potuto fare altrettanto per la sorella.
Purtroppo, non sapremo mai le ragioni ed abbiamo altrettanti dubbi che, per ora, non possiamo fugare completamente sul chi abbia progettato e costruito quella casa così particolare. C’è chi sostiene che la casa sia stata effettivamente progettata e costruita da Antonelli ma ufficialmente non vi è alcuna certezza poiché non è ufficialmente annoverata tra le sue costruzioni.
Il sospetto c’è, va ammesso, visto e considerato che il nome dell’Antonelli è legato a costruzioni piene di significati esoterici, come sembra essere, fin dalla prima vista, la casa-torretta di Boca.
Contestualizzando la vicenda nel suo tempo (siamo nella metà del 1800), possiamo capire come la donna andasse “in tutti i modi” tenuta nascosta: vedova, con una strana malattia che la fa stare lontana dal sole, come le creature demoniache e “odiate da Dio” dunque sarebbe tutto sommato capibile, non necessariamente condivisibile sia chiaro, che potrebbe esser stato proprio del fratello architetto la proposta di mandarla a vivere a Boca dove nessuno la conosceva, e che collocandola vicina al santuario che in precedenza aveva salvato altri da malattie forse la benefica influenza del santuario avrebbe potuto avere la meglio sulla sua strana e “demoniaca” malattia.
Rilevabile il fatto che il nome “Casa dei venti” potrebbe esser stato attribuito a causa degli strani ululati causati dal vento che attraversava la torre dalla curiosa forma di un flauto.