SETTEMBRE
di Caterina Marchesini e Michele Ottone
Il componimento è articolato in due quadri di vita agreste antitetici sul piano emotivo, temporale e lirico. Sul piano lirico il contrasto è evidente nella scelta di comporre la prima parte in prosa. Alla figura tradizionale del pastore che lieto dell’estate trascorsa sulle montagne torna all’ovile con la speranza nel futuro e la nostalgia per una stagione piena di promesse, si contrappone l’amara constatazione che la natura quelle promesse potrebbe non mantenerle a causa della scellerata azione dell’uomo. Così il mare, inteso come beatitudine e tranquillità contrasta con un panorama siccitoso e sfiancato, la cui sola speranza è un intervento superiore perché, almeno per un’altra volta ancora, il ciclo delle stagioni continui a perpetuarsi.
Lo scalpitio degli zoccoli
si propaga in tutta la valle.
Il pastore segue il gregge.
Vicino, ma lontano
nel suo cuore, l’odore del mare:
nostalgia di un’estate andata.
Viti bruciate da un sole tropicale
Attendono con ansia acqua dal cielo
Non un monsone: basta un temporale!
Non la tempesta che strappi una bestemmia
Vorrebbero un settembre più normale
Per fare anche quest’anno la vendemmia.