IL PRESUNTO RAPIMENTO ALIENO DI SANDY LARSON
di Gabriele Luzzini
Nell’estate del 1975 e più precisamente il 26 agosto, Sandra “Sandy” Larson, sua figlia quindicenne Jackie Larson e il compagno Terry O’Leary avevano lasciato Fargo (North Dakota) nelle prime ore del mattino per raggiungere Bismark, percorrendo la I-94 con la loro auto.
Durante il viaggio, videro un lampo insolitamente brillante squarciare l’oscurità della notte ma attribuirono l’evento a un semplice temporale imminente.
Subito dopo, verso le 4 del mattino e a circa 45 miglia da Fargo, notarono una decina di sfere luminose che stavano scendendo dal cielo mentre sopra di esse se ne trovava un’altra, di enormi dimensioni. I misteriosi globi iniziarono ad avvicinarsi all’automobile, accompagnati da un suono simile al rombo del tuono. Alcuni si fermarono mentre altri si avvicinarono ulteriormente al veicolo. Proprio in quel momento, i tre ebbero una forte sensazione di disorientamento e si ritrovarono incapaci di muoversi, come vittime di un immediato congelamento.
Riuscirono a riconquistare il controllo del loro corpo e pensarono che la strana situazione fosse durata pochi attimi ma si resero immediatamente conto che qualcosa di inspiegabile era successo: Sandy non era più seduta sul sedile anteriore accanto a Terry, che era il guidatore, bensì su quello posteriore. Al suo posto si trovava invece la figlia Jackie che poco prima stava sonnecchiando dietro.
Ripresero il viaggio lungo la I-94 profondamente turbati e giunsero a una stazione di servizio che distava poche miglia. Solo allora si accorsero che era passata più di un’ora da quando avevano visto le sfere luminose e non pochi minuti come pensavano. Cosa poteva essere successo?
Una strana sensazione di disagio accompagnò Sandy nei mesi successivi finché un paio di mesi dopo, nell’ottobre 1975, cominciarono ad affiorare alcuni ricordi di ciò che era accaduto in quel giorno d’estate, anche grazie ad alcune sedute di ipnosi con lo psicologo R. Leo Sprinkle, professore dell’Università del Wyoming, che riuscirono a far emergere un evento profondamente traumatico: Sandy era stata trasportata all’interno di un’astronave, probabilmente quella più grande che sovrastava le sfere luminose che avevano ‘bloccato’ sia lei che gli altri passeggeri dell’auto.
Si era trovata distesa su una sorta di tavolo operatorio, davanti a una creatura umanoide coperta da bende elastiche, come se fosse una ‘mummia’ aliena, e dagli arti metallici, forse prolunghe artificiali.
Nelle trascrizioni delle varie sessioni di ipnosi, Sandy la descrisse proprio così: “With elastic bandages for a head, or elastic bandages around its head” (con bende elastiche per la testa o bende elastiche intorno alla testa). E riguardo le braccia: “Segmented metal rods found in a Meccano set” (barre di metallo come quelle dei set di Meccano). Un’altra caratteristica che segnalò erano gli occhi sporgenti che non smettevano di scrutarla, quasi che stesse praticando una sorta di controllo mentale.
Non è la classica descrizione fornita da altre vittime di rapimenti alieni, dove di solito gli scienziati extra-terrestri sono i ‘Grigi’, caratterizzati dalle sembianze antropomorfe, un macro-encefalo, grandi occhi scuri, naso inesistente e bassa statura.
Fu sottoposta a inconsuete procedure mediche, atte a un’analisi completa, tra cui l’utilizzo di uno strumento metallico per raschiare l’interno della narice (forse per raccogliere DNA?) e uno strano liquido trasparente strofinatole sul corpo (dalla descrizione, potrebbe essere stato un gel, come quello utilizzato ora per le ecografie).
Alcuni esami furono particolarmente invasivi e Sandy ebbe la sensazione che, addirittura, le asportassero il cervello dalla scatola cranica per esaminarlo meglio e poi re-inserirlo (sì, avete letto bene!). La donna, ricordando la situazione, riassunse così quello che aveva provato: “We were dissected like frogs” (Fummo sezionati come rane).
Non riaffiorarono ulteriori ricordi delle fasi successive e del momento in cui furono riportati in auto, col cambio di posto tra Sandy e Jackie che aveva destato enorme sorpresa e inquietudine.
Se cercassimo di trovare una spiegazione, oltre all’ipotesi citata da alcuni di una bufala articolata per ottenere notorietà, potremmo valutare la rielaborazione di un intervento chirurgico che la donna aveva subito tempo prima, interpretando le bende elastiche del misterioso alieno una semplice mascherina e gli arti metallici in realtà semplici attrezzi da sala operatoria.
Né Terry O’Leary, né Jackie Larson, che nella narrazione avevano condiviso il rapimento, si sono però voluti sottoporre a sedute di ipnosi e perciò le informazioni della straordinaria esperienza descritta provengono solo da Sandy. Questo indubbiamente limita la portata dell’evento anche se il periodo di tempo mancante e soprattutto i posti scambiati sono evidenze da non sottovalutare.
Da sottolineare, però, che l’approccio psicologico poi seguito, ha cambiato l’atteggiamento della Comunità Scientifica nella valutazione dei presunti rapimenti alieni, con una maggior attenzione al trauma derivante.