La Soglia Oscura
Folklore e Tradizione,  Misteri

LA NOTTE DI VALPURGA: TRA ANTICHE RADICI E FASCINO POPOLARE
di Alessandro Schümperlin

La Notte di Valpurga, celebrata tra il 30 aprile e il 1° maggio, affonda le sue radici in un crogiolo di antiche tradizioni germanico-scandinave. Conosciuta in tedesco come Walpurgisnacht e in svedese come valborg, questa festività pagana celebra l’arrivo della primavera nell’Europa centro-settentrionale, in particolare tra i popoli germanici.

Le sue origini si perdono nella notte dei tempi, fondendosi tra le cerimonie primaverili germaniche legate al culto di Ostara e i riti propiziatori stagionali celtici che celebravano Beltane (“fuoco luminoso” in gaelico) proprio in questa magica notte.

Questa ricorrenza si diffuse rapidamente in altre regioni, assumendo nomi e sfumature diverse, come le feste di Calendimaggio in Italia e in molte aree dell’Europa meridionale. L’elemento centrale di queste celebrazioni era l’accensione di grandi falò notturni, accompagnati da canti rituali per purificare il bestiame e invocare un raccolto estivo abbondante, prosperità e fertilità. Un’eco di queste pratiche si ritrova anche nella celebrazione celtica opposta di Samhain (la notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre).

Il nome “Notte di Valpurga” sembra derivare dalla figura cristiana di Santa Valpurga di Heidenheim, vissuta nell’VIII secolo, la cui festività cade “casualmente” il primo maggio (anche se prima si festeggiava il 25 febbraio giorno della sua morte). Questa sovrapposizione di festività cristiane su preesistenti celebrazioni pagane era una pratica comune per assimilarne le tradizioni mantenendone la datazione. Valpurga, come il Calendimaggio e Beltane, non fa eccezione.

Nella Germania settentrionale, la notte tra il 30 aprile e il 1° maggio era già associata alla Hexennacht, la “notte delle streghe”. Secondo le credenze popolari, in questa notte le streghe si radunavano sul monte Brocken (come a Goslar e Thale, dove si trova la celebre “Hexentanzplatz”, la “pista da ballo delle streghe”) per danzare alla luce dei falò e della luna.
Il culto di santa Valpurga, una missionaria inglese che evangelizzò la Germania e lottò contro il paganesimo, venne quindi sovrapposto a queste credenze. I cristiani locali iniziarono a invocarla per protezione dalla stregoneria e dalle maledizioni. Così, la vigilia del 1° maggio, tradizionalmente celebrata con falò e danze per scacciare gli spiriti maligni, divenne nota come Sankt Walpurgisnacht (“notte di santa Valpurga”).

Un’altra prospettiva fa risalire le radici della Notte di Valpurga all’antica festa celtica di Beltane, già menzionata sopra, celebrata il 1° maggio. In questo periodo, si credeva che il confine tra il mondo fisico e quello spirituale si assottigliasse, facilitando il passaggio degli spiriti, proprio come durante Samhain. La tradizione prevedeva l’accensione di falò e offerte agli dei per propiziare un raccolto abbondante.

Nel folklore germanico, la Notte di Valpurga era quindi associata a streghe e spiriti maligni che vagavano per la terra. I falò e i forti rumori servivano a spaventare queste forze oscure.
Durante il Medioevo, la Notte di Valpurga divenne un’occasione di ritrovo nelle campagne per celebrare l’arrivo della primavera. Dopo i lunghi mesi invernali, era tempo di gioia e divertimento, con balli intorno ai falò, canti tradizionali e libagioni di idromele e birra.
A partire dal XVII secolo, in alcune società, la Notte di Valpurga fu sempre più associata alla stregoneria e al diavolo. Sebbene la Chiesa cattolica celebrasse la festa di Santa Valpurga, l’avvento del protestantesimo portò a considerare la venerazione dei santi come idolatria. Le autorità protestanti iniziarono ad associare la Notte di Valpurga al paganesimo e alla ribellione contro la Chiesa.

Nel XIX secolo, il Romanticismo riscoprì il fascino della Notte di Valpurga. Artisti e scrittori furono attratti dalle sue radici pagane, vedendola come un modo per connettersi con il proprio patrimonio culturale, dedicandole poesie e racconti. Nel tempo, la Notte di Valpurga divenne un simbolo dei misteri del soprannaturale.

Ma perché tanto mistero e fascino circondano questa festa?

Come per i festeggiamenti di Beltane, caratterizzati dall’accensione di falò, dai salti tra le fiamme e dalle danze propiziatorie, anche per Valpurga l’elemento centrale è il fuoco e la “Tanz in den Mai”, la danza di maggio. Questi consessi notturni che celebravano l’arrivo della primavera vennero visti con sospetto dalla nascente religione cristiana. I luoghi di ritrovo dei danzatori e dei fedeli “pagani” furono demonizzati, trasformando i partecipanti in streghe e maghi che danzavano per il diavolo celebrando uno degli otto sabba annuali per i propri loschi fini.

Ancora oggi, durante l’accensione dei falò di Valpurga, in molte località si brucia un fantoccio che simboleggia una strega. Inoltre, in alcune regioni teutoniche, la tradizione prevede di indossare costumi e maschere durante la notte per confondere gli spiriti maligni e proteggersi dalle loro influenze.

Le Ombre della Notte di Valpurga: tra Sabba, Spiriti e Maledizioni
Ma dopo tutta questa lezione di storia, quali leggende avvolgono la Notte di Valpurga? Eccovene alcune, legate soprattutto alla Hexennacht (Notte delle Streghe):

Il Sabba sul Brocken: cuore della stregoneria
La credenza più iconica narra che nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio, le streghe di tutta la regione (e talvolta anche da più lontano) si radunassero in cima al monte Brocken, la vetta più alta dei monti Harz. Qui, in un sabba sfrenato, danzavano con il diavolo e celebravano riti oscuri. Si diceva che cavalcassero scope volanti o animali demoniaci per raggiungere la montagna, lasciandosi dietro scie di fumo e terrore.
Illuminate dalla fioca luce dei falò e della luna, davano vita a danze orgiastiche, banchetti sacrileghi e alla celebrazione di rituali abominevoli. Le leggende raccontano di sacrifici di animali, della preparazione di pozioni dalle ricette raccapriccianti e di giuramenti di fedeltà rinnovati al principe delle tenebre. Il Brocken diventava così il fulcro di un’attività occulta che minacciava la tranquillità del mondo umano.

L’apertura dei cancelli tra i mondi: spiriti erranti e presenze maligne
Alcune leggende sostengono che durante la Notte di Valpurga il velo tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti si assottigliasse al massimo. Questo non solo permetteva alle streghe di radunarsi più facilmente, ma anche ad altre entità maligne, come demoni e folletti dispettosi, di vagare liberamente sulla terra. Si credeva che questi spiriti potessero portare con sé malattie, sfortuna e tormento per gli incauti che incrociavano il loro cammino. La prudenza e i rituali protettivi diventavano quindi essenziali per difendersi da queste insidie soprannaturali (ed ecco che torna il discorso del mascherarsi per confondere gli spiriti).

La caccia selvaggia: un presagio di sventura
In alcune narrazioni più arcaiche del folklore germanico, la Notte di Valpurga veniva associata alla temuta “caccia selvaggia” (Wilde Jagd o Wütende Heer), conosciuta anche in Lombardia come “Cacciamorta”, in Piemonte come “Corteo dla Berta”, in Svizzera come “Struggele” e in Scozia come “Sluagh”. Consisteva in una furiosa cavalcata di spiriti guidati da figure mitologiche come Odino (Wotan) o altre divinità irate (come Arawan in Galles, Nuada in Irlanda e Re Waldemar in Danimarca). Questa orda spettrale solcava i cieli notturni, e chiunque avesse la sventura di imbattersi in essa rischiava di essere trascinato via nel suo vortice infernale o di incorrere in terribili sventure. Il fragore del loro passaggio era considerato un funesto presagio di morte e distruzione.

Incantesimi notturni: potere amplificato dalle tenebre
La Notte di Valpurga era anche ritenuta un momento di particolare potenza per la magia oscura. Si credeva che gli incantesimi e le maledizioni lanciate durante queste ore avessero un’efficacia amplificata dalle forze occulte attive. Le streghe approfittavano di questa notte per scagliare sortilegi contro i loro nemici, scatenare tempeste improvvise, far ammalare il bestiame o rendere sterili i campi, minacciando la sussistenza delle comunità. Questa credenza radicava profondamente la paura della stregoneria e alimentava la necessità di contromisure magiche e non, come l’accensione dei falò, i forti rumori per scacciare le influenze negative e l’invocazione di Santa Valpurga.

Leggende meno oscure ma comunque suggestive:
Le erbe magiche: La notte di Valpurga era considerata un momento propizio per raccogliere erbe magiche e medicinali, poiché si credeva che in questa notte avessero poteri curativi e protettivi potenziati. Tuttavia, questa pratica era spesso avvolta nel mistero e associata a figure femminili sapienti, talvolta ambigue tra guaritrici e streghe.

Presagi e divinazione: Alcune tradizioni popolari attribuivano alla Notte di Valpurga la capacità di rivelare presagi sul futuro. Si praticavano forme di divinazione legate all’acqua, al fuoco o alle erbe per predire il raccolto, i matrimoni o la fortuna.

Queste leggende oscure, intrise di paura e superstizione, hanno contribuito a plasmare l’immaginario popolare attorno alla Notte di Valpurga, trasformando una celebrazione primaverile in un momento di inquietante fascino e mistero che ancora oggi cattura la nostra immaginazione.

La fascinazione per questa festività è testimoniata da numerose opere:
Il “Faust” di Goethe dedica un’intera scena, la “Notte di Valpurga”, all’incontro di Mefistofele con Faust sul monte Brocken durante un sabba. Per altro “Die erste Valpurgisnacht”(la prima notte di Valpurga) opera di Mendelssohn che riprende il testo e ne fa opera lirica.
La seconda parte dell’opera presenta la “Klassische Walpurgisnacht”, un viaggio attraverso figure mitologiche e dilemmi esistenziali. “La notte di Valpurga” è il titolo di un romanzo del 1917 di Gustav Meyrink che però ambienta a Praga la storia e che usa la notte di Valpurga come connessione tra razionalità e irrazionalità. “I sogni nella casa stregata” di H.P. Lovecraft, direi che è più che conosciuto il racconto e l’autore, è ambientato durante questa ricorrenza. Un capitolo de “La montagna incantata” di Thomas Mann si intitola “Notte di Valpurga”. “La terza notte di Valpurga” è una raccolta di scritti di Karl Kraus sull’avvento del nazionalsocialismo. L’eco di questa notte risuona in molte altre espressioni artistiche, dalla musica di Bach ai Procol Harum, dai Faun ai Black Sabbath (il cui brano “War Pigs” originariamente doveva intitolarsi “Walpurgisnacht” secondo quanto asserito da Geezer Buttler in un’intervista), dagli anime come Hellsing e Puella Magi Madoka Magica, fino alle opere di artisti come Klee, Goya, Falero e incisori come Welti e Praetorius e molte altre ancora che non menzioniamo per non fare “la lista della spesa”.