MEMORIE DA ALTRE FREQUENZE 2
di Valentina Ciavarra
Una giornata che non si dimentica. O forse si?
Un ricordo tenuto segreto per vent’anni.
Di seguito la testimonianza a vent’anni dall’episodio.
Una casalinga di 22 anni, madre di due bambini, negli anni ‘50 si reca su una spiaggia nella città di Niterói nello stato di Rio de Janeiro, Brasile, per vedere una casa in vendita.
Nell’attesa dell’autobus del ritorno, la sua attenzione viene catturata da un rumoroso oggetto volante sul mare. Sulla spiaggia ci sono un’altra ventina di persone che, terrorizzate, cominciano a scappare via.
La scena poi si sposta all’interno del grande oggetto volante, dove la ragazza incontra alcuni membri dell’equipaggio che la invitano a sottoporsi ad alcuni esami.
In quel momento anche un’altra persona presente sulla spiaggia era all’interno dell’oggetto però in stato di incoscienza.
L’ “esaminatore” che si esprimeva in perfetto portoghese le spiega che a costui avrebbe creato un’amnesia per non provocargli danni psicologici; lei, invece, avrebbe dovuto tenere per sé quell’avventura per parecchi anni, poiché se avesse raccontato tutto l’avrebbero internata.
Dopodiché il ricordo si risposta sulla spiaggia e infine sull’autobus, tra cui uno dei passeggeri era proprio quello “incosciente”.
Quando succede qualcosa di profondamente strano la mente razionale non l’accetta.
Un sogno, un colpo di calore, una suggestione.
Ci si sforza per trovare un senso, eppure frammenti di ricordi rimangono sempre li, molto più vividi di un sogno e forse di tante scene “reali”, quotidiane.
Quando ci furono le indagini e lei dichiarò quest’episodio, a metà degli anni ‘70, venne sottoposta ad ipnosi e giudicata attendibile.