La Soglia Oscura
Parapsicologia,  Misteri

MISTERIOSE OMBRE AL CASTELLO DI MALPAGA
di Gabriele Luzzini

Attraversando la quieta campagna bergamasca, si raggiunge con facilità il castello di Malpaga, imponente struttura caratterizzata da mura massicce, un fossato e una torre principale.

Edificato nel XIV secolo, fu acquistato dal capitano di ventura Bartolomeo Colleoni nel 1456 che gli diede l’impronta che possiamo ammirare ancora oggi, un perfetto connubio tra un centro militare-politico riconosciuto ma anche una residenza sontuosa e idonea a eventi conviviali e incontri diplomatici.

Infatti, le sale accessibili sono caratterizzate da magnifici affreschi realizzati in gran parte da Girolamo Romanino che celebrano la vita di corte e l’arrivo del re di Danimarca Cristiano I. Il sovrano, infatti, si stava recando a Roma in occasione del Giubileo e nel marzo 1474 passò del tempo col suo corteo tra le mura del castello, ospite di Colleoni, tra pranzi pantagruelici, tornei e battute di caccia.

Ma adesso, soffermiamoci sulle ombre che scivolano tra le antiche mura e ad alcuni misteri che albergano nell’architettura possente.

Diverse spie erano infiltrate all’interno nel castello, come illustrato anche in un affresco in cui un uomo dalla postura malandrina si cela dietro una colonna a osservare l’azione principale che si svolge al centro dell’opera. Tra i delatori che vendevano informazioni agli avversari del condottiero, era possibile trovare anche individui insospettabili che godevano di estrema fiducia e nella ragnatela di sospetti vennero avviluppati lo scrivano di corte e suo figlio. Per estorcere la confessione, i due malcapitati furono torturati per sette giorni, al termine dei quali furono giustiziati. Una leggenda racconta che nelle notti particolarmente cupe, all’imbrunire, è possibile udire grida strazianti e disincarnate echeggiare per gli ambienti del castello. Il folklore le attribuisce agli spettri dello scrivano e dello sfortunato consanguineo.

Un’altra presenza è il probabile residuo psichico di un amore tragico… Alcuni testimoni la descrivono come un giovane nobile in eleganti abiti rinascimentali di colore scuro con maniche a sbuffo e, in alcune descrizioni, indossa persino la gorgiera. Lo spettro si aggira lungo il loggiato per poi affacciarsi alle finestre con struggente malinconia. Ma qual è la sua storia? La tradizione popolare parla di un amore clandestino con una dama del castello. Scoperto dal marito di lei, fu ucciso e il suo corpo occultato in un pozzo. Si strugge alla ricerca della sua amata e solo una degna sepoltura potrebbe liberarlo dalla sua pena.

Il fatto che alcuni dettagli possano cambiare suggerisce chiaramente come è facile lasciarsi suggestionare nell’antica roccaforte e come l’immaginazione possa speculare al tramonto. È comunque innegabile la percezione di energie occulte attraversando le aree dense di memoria e di eventi.

Un altro elemento sorprendente per gli amanti dell’insolito è la parte di un affresco che purtroppo le ingiurie del tempo e successivi interventi hanno irrimediabilmente ammalorato. Ma prima è necessaria una breve digressione sull’Homo Selvaticus. L’uomo selvaggio è una figura che ricorre spesso nella mitologia, nella letteratura e nell’arte, rappresentando il principio di una vita più connessa alla natura. Ma è possibile che esistessero comunque esseri umani che, per svariate ragioni, abbandonavano il consorzio civilizzato per vivere di istinti in una modalità certamente più primordiale. Ovviamente, non stiamo parlando di licantropi e altre creature immonde, bensì la raffigurazione concettuale di una filosofia di vita. Tornando all’affresco sopra citato, è ben evidente un arto irsuto a protezione del castello, parandosi davanti e frapponendosi, come nume tutelare e monito agli avversari.

Proseguendo in altre aree del castello, si raggiunge la stanza denominata ‘di Medea’, in onore della figlia prediletta di Colleoni, morta il 6 marzo 1470 appena quindicenne. Sul soffitto si possono vedere diverse tavolette di legno dipinte con fiori e animali ma anche con draghi e altre creature fantastiche. La funzione poteva essere sia ornamentale ma anche ludica, coi bambini del castello che potevano osservare la rappresentazione visiva di fiabe e leggende e inventarsene di proprie.

Tornando a Medea, che morì di malattia e per la quale Bartolomeo Colleoni lasciò momentaneamente i suoi incarichi per starle vicino, c’è un aneddoto che merita sicuramente di essere ricordato. Infatti, vicino alla camera della fanciulla c’era una gabbia con un passerotto che le faceva compagnia e che le rese più sopportabili gli ultimi tempi. L’uccellino morì lo stesso giorno in cui spirò Medea e il condottiero ne fu così colpito da farlo imbalsamare per poi porlo nel feretro di lei, forse per accompagnarla nel viaggio nell’Aldilà.

Il castello di Malpaga è tuttora una struttura in continuo fermento e che propone molteplici attività quali visite guidate, esperienze in costume e cene a tema. Tra le iniziative più suggestive, è sicuramente da segnalare ‘Malpaga Oscura’ in cui al crepuscolo e nelle ore notturne avvengono vere e proprie esplorazioni a lume di candela, scoprendo zone di solito interdette e ascoltando la narrazione di eventi misteriosi.

Per ulteriori dettagli, il link al sito ufficiale è il seguente: https://castellomalpaga.it/

 

Bibliografia:
AAVV, Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità della Lombardia, Newton & Compton Editori, 2001.
M. A. Fenoglio, Fantasmi, spettri e case maledette, MEB, 1986.
Enrico Narducci, Il Buonarroti, Roma, 1873.
Marco Alex Pepè, Misteri & Leggende della Lombardia, Editoriale Programma, 2019.
Enrica Roddolo, Guida ai castelli d’Italia, Piemme, 2004.
Dario Spada, Guida ai fantasmi d’Italia, Armenia, 2000.