
WALPURGISNACHT, LA NOTTE DI VALPURGA
(Micro-Contest)
di Autori Vari
Per onorare la Notte di Valpurga (tra il 30 aprile e il 1° maggio), alcuni Autori sulla Soglia hanno scritto un breve racconto in 666 caratteri (Titolo escluso – non uno di più, non uno di meno) contenente tutte le seguenti parole (4):
1) Fuochi
2) Marea
3) Moiré
4) Tregenda
Dodici micro-racconti, come i rintocchi della mezzanotte.
Buona lettura!
LUCIDA ILLUSIONE di Monica Porta
Iniziammo il rito per gioco, per festeggiare insieme la notte di Valpurga, ma qualcuno sbagliò.
I fuochi sulla spiaggia ora danzavano con noi sopra le onde, dominando la marea.
Non avevamo più voce, travolti dalla tregenda che ci scandiva il tempo.
Poi, lo strappo. Per un istante, intravedemmo l’abisso oltre il velo, una dimensione fatta di colori e suoni che sfidavano la comprensione. Non potevamo rientrare. Eravamo sospesi, prigionieri dell’incantesimo, trascinati nel suo viaggio astrale.
E, nel silenzio più assoluto, sentimmo tutti il suo respiro. La strega era lì con noi, avvolta nell’effetto moiré, provocato dal mare. Ora appartenevamo a lei. Per sempre!
SCENDE L’OSCURITÀ di Monia Guredda
Era una notte buia e tempestosa, una vera notte di tregenda.
Su una spiaggia segreta, protetta da alte rocce, in un momento di bassa marea, donne di ogni età stavano ballando e cantando intorno a un grande falò per celebrare l’atteso ritorno della primavera.
Il loro danzare in cerchio sempre più velocemente attorno al fuoco, creava un curioso effetto ottico, complice la pioggia scrosciante; una sovrapposizione di linee e colori che oggi definiremmo con il termine di moiré.
Ma il pericolo non veniva né dal mare, né dal cielo, bensì dagli uomini.
Quelle donne gioiose furono accusate di essere delle streghe.
Altri fuochi purtroppo andarono a illuminare i loro volti.
IL CAVALIERE CHE DOMINA L’OCEANO di Antonella Astori
In una zona sperduta del Mar di Norvegia, arriva la marea sull’oceano Atlantico, le nuvole si addensano come nebbia e dall’acqua escono demoni per dare inizio alla tregenda, con danze e malefici. Hanno un mantello con effetto moiré, linee curve, che dà un effetto ipnotico. Solo un uomo arriva per poter sconfiggerli. Il cavaliere ha uno scudo rosso, con un leone d’oro, una corona, una lingua di fuori e un’ascia. In sella al suo destriero bianco, arriva per poter salvare i comuni mortali. La gente vede da lontano fuochi rossi che salgono forti in cielo, e poi scompaiono. Nessuno osa avvicinarsi, pregano Sant’ Olav, il re vichingo, santo patrono della Norvegia.
PLENILUNIO DI FUMO di Augusto Fiandra
La luna era lontana. Il cielo, rigato da nubi moiré, pulsava di costellazioni segrete.
Il riflusso della marea, come una coperta strappata via, aveva fatto affiorare l’altare di pietra. Attorno vi danzavano i diavoli, dai cui palmi scintillavano fuochi vivi, vere candele di carne.
Sopra l’altare sedeva un uomo, nudo e tremante. Un diavolo gli porse il pugnale ricurvo e, a gesti, gli ordinò di trafiggersi.
L’uomo esitò, poi, stringendo l’impugnatura, affondò la lama. Prima che potesse penetrargli il ventre, essa sparì in una nuvola di fumo.
I diavoli fecero altrettanto.
Rimase solo l’odore della primavera e l’eco di una risata.
Era la tregenda. Era giusto far così.
IL POSTRIBOLO di Serena Ottone
La stanza sembra disordinata nella penombra carica di umori. Forse non si poteva sperare fosse l’Hilton.
Lui si chiude la porta alle spalle titubante.
Lei è distesa sotto un lenzuolo di organza moirè che, sindone tutt’altro che sacra, segna in modo preciso il tondo dei seni, il piatto del ventre, il sodo delle cosce.
Il respiro di lui si fa corto, come risacca di marea. Si accendono fuochi nei lombi e un unico pensiero resta da articolare nel vuoto pneumatico del cervello: “Che notte di leggenda!”
Si avvicina trepidante, vagamente colpito dalla stasi di lei. E più si avvicina, più sente freddo.
Più si avvicina, più l’alcova si fa sacello.
Che notte di tregenda!
SANTA VALPURGA di Simona Volpe
Aspetto la bassa marea per raggiungere la terraferma. Dopo la spiaggia, un bosco. Cammino a tentoni nel buio, ferendomi i piedi nudi. Vedo in lontananza alcune luci. Mi avvicino. È una tregenda: donne nude danzano intorno a grandi fuochi ai piedi di una torre. Qualcosa si dipana fino a terra da una finestrella in alto. La tocco: è una treccia. L’afferro e vengo tirata su: sono all’interno di una sala tappezzata con effetto moiré. Non ci sono porte, solo cadaveri nudi e insanguinati. Cadaveri di donne. Mi affaccio: le donne sono scomparse. Ho qualcosa in bocca: mi soffoca, la sputo fuori. Sono capelli: tiro e vomito una lunga treccia sporca di sangue. La mia.
DETTATO DAL MALE di Giovanni Maria Pedrani
Doveva scrivere un racconto sulla notte di Valpurga.
Per farsi ispirare si ritirò nella casa al limitare del bosco.
Un riverbero pulsava lontano nelle tenebre! Si addentrò nella macchia.
Intorno a dei fuochi si agitavano figure con sembianze umane! Ruotavano in sensi alternati creando un effetto moiré. Era nel mezzo di una tregenda?
Un istinto lo invitò a tuffarsi in quella marea di anime.
Per una strana magia trapassò quei cerchi, come i raggi attraversano una luce stroboscopica, senza toccare o essere toccati da nulla.
Giunto al centro, tutto si spense, come una candela soffocata da uno spirito!
Era alla sua scrivania. Sul tavolo questo racconto con la firma 666!
VALBORGSMÄSSOAFTON di Michele Ottone
«Eccoci, vieni», dissi tirandola con decisione.
Mi seguì urtando un Bärfis ed evitando un Valtorp; ci inoltrammo dietro l’effetto moiré di una tenda a rete, superando la marea urlante in quella serata da tregenda.
Doveva essere un appartamento da 30 metri quadri, ma il corridoio che imboccammo era tenebroso e tortuoso, punteggiato da innumerevoli Störtskön che come fuochi fatui, più che illuminare, accentuavano il buio.
«Ti prego, torniamo indietro» mi supplicò saltellando sui tacchi.
Ma no! Indietro non si torna.
Mentre fuggivamo, dietro di noi si scatenava il sabba; la musica e le urla ci arrivavano ovattate annunciando la GRANDE FESTA DI PRIMAVERA all’IKEA!
VALPURGA di Alessandro Schümperlin
Nella notte di Valpurga, una tregenda di sussurri inquieti si propaga come marea oscura e inesorabile tra le fronde. Sotto la luna diafana e misteriosa, un etereo moiré di ombre contorte danza sinuosamente tra gli alberi secolari, carichi di antica magia e segreti sussurrati. I fuochi fatui guizzano come fiammelle spettrali, cuori inquieti che illuminano fugaci visioni di un regno proibito e avvolto nel mistero della notte. Antiche litanie vibrano nell’aria gelida e pregna di presagi arcani, promesse sussurrate di potere celato nel sottile velo tra i mondi. Spiriti inquieti, anime inquiete attratte dalla sacra notte. Un presagio oscuro nel cuore della selva.
TRA SOGNO E REALTÀ di Giuseppina Rombi
-Non chiedermi più di raccontarti quel sogno! Lo sai quanto io sia suscettibile- disse Mina alla sua migliore amica Giulia.
-Ma se proprio ci tieni, pongo una condizione: lo racconterò durante la notte di Valpurga!-
E quella notte giunse. Comodamente sedute su di un telo di moiré, rimasero un momento in silenzio, nella marea dei loro pensieri. All’improvviso, sgranarono gli occhi, la bocca serrata per non urlare. Dei fuochi come due f iammelle, giunte vicino a loro, illuminavano due splendide donne. Avevano il loro stesso volto, ma altre creature danzavano tra loro: una vera e propria tregenda.
Mina lanciò un urlo: era quello il sogno che mai voleva raccontare.
VALPURGA’S NIGHT di Marco Mario Guredda
È il 30 aprile, il giorno da molti atteso è finalmente giunto. Orde di creature terrificanti si riversano in strada, una vera e propria marea di figure disumane si accalca, quasi l’una sull’altra, in una inquietante tregenda. Lo sguardo vacuo, l’andatura traballante ma al contempo decisa, la pelle moiré per i fuochi. L’obiettivo comune è uno solo: prendere d’assalto qualunque cosa gli si pari davanti, consumarla, spolparla, fino a lasciare il vuoto dietro di loro. Quando l’oscuro portale si schiuderà, nulla potrà fermarle, la loro sete sarà calmata. Ci siamo: sono le 20, il centro commerciale sta aprendo i battenti, la notte del fuori-tutto può cominciare…
LA STREGA di Gabriele Luzzini
Le fiaccole sulle pareti ondeggiavano e si ritiravano al passaggio di Moiré de Domréy, quasi lei fosse la luna e i fuochi la marea. L’energia oscura emanata dalla strega era palpabile. La corta tunica viola evidenziava la pelle eburnea. Aveva lasciato la tregenda in cui era coinvolta per materializzarsi lì.
Le guardie che avevano cercato di fermarla giacevano ai suoi piedi, una schiuma densa fuoriusciva dalle loro bocche.
Infine, lo vide. Il signore del maniero era appena uscito dalla sua camera, destato dal trambusto.
I bulbi oculari del castellano esplosero mentre lei urlò raggiungendo una frequenza inumana: «Non azzardarti mai più a rincorrere il mio gatto!»