La Soglia Oscura
Misteri

CASO O DESTINO?
di Monica Porta

Cari, audaci lettori,
se sia il caso o il destino a dominare gli eventi non sono ancora riuscita a capirlo, ma poco importa. Quello che mi arricchisce in entrambe le versioni è la storia affascinante che ne deriva.
Le spoglie di Dante, custodite con orgoglio dalla città di Ravenna, ne sono un esempio eclatante.
Il 27 maggio 1865 il giovane Anastasio Matteucci passeggiava nei pressi del Quadrarco di Braccioforte, a Ravenna.
Avrebbe dovuto trovarsi altrove, a imparare il latino come studente del Liceo Santalbertese, eppure quel mitico giorno decise di perdere tempo, osservando alcuni muratori che stavano scavando nella zona,
proprio nel momento in cui il capo mastro, Pio Feletti, fermava i lavori esclamando «Ai sé burdèl!» che corrisponde pressappoco a un entusiastico «Ci siamo, ragazzi!»
L’esperto muratore pensava di aver trovato un tesoro nella cassetta che aveva appena dissotterrato, ma fu deluso.
Invece dell’agognato oro, vi trovò delle ossa.
Stizzito, stava per lanciarla fra i detriti accumulati dallo scavo, ma il ragazzo fu più veloce.
Afferrò la cassetta, attratto dalla scritta latina posta sopra il coperchio “Dantis ossa a me fratre Antonio Santi hic posita” e quello che sembrava un giorno qualunque divenne leggenda.
«Sono le ossa di Dante!» esclamò, commosso Anastasio Matteucci, salvando così per la seconda volta le spoglie del sommo poeta.
La prima accadde nel ‘500 a opera dei padri Francescani, allora custodi dei resti umani di Dante, morto nel 1321, a Ravenna.
Rifiutandosi di obbedire al desiderio di papa, Leone X, poco prima dell’arrivo della delegazione,
nascosero le ossa nel loro convento fino al 1810.
Quando furono costretti ad abbandonare l’edificio, sotterrarono i resti di Dante nella zona del Quadrarco di Braccioforte, sperando che un giorno fossero ritrovati.
Ora ditemi voi! Caso o destino?

Bibliografia:
“Ravenna curiosa” di Franco Gàbici