La Soglia Oscura
Misteri,  Recensioni

L’INCUBO DI JOHANN HEINRICH FÜSSLI
(Recensione)
di Antonella “Aeglos Art” Astori

Sono da sempre stata attratta dalla pittura (forse per questo ho scelto di frequentare la scuola d’arte) e poter così esprimere a pieno regime la mia curiosità sull’uso del disegno e la capacità di infondere al suo interno le nostre paure e il mistero che ci circonda.

Un artista che ha appagato questa mia sete di curiosità è sicuramente Johann Heinrich Füssli, (soprannominato da lui stesso anche come “il pittore del diavolo”) letterato e pittore autodidatta svizzero del XVIII e inizio XIX secolo, il quale era da sempre affascinato dall’orrore e da tutto ciò che comprende il soprannaturale. Il dipinto suo più noto è sicuramente L’incubo, che ha preso vita nel 1781 dove viene rappresentata l’incarnazione appunto di un incubo, attraverso le caratteristiche di una pittura neoclassica, con temi fondanti di quello che fu il movimento romantico, ma anche grazie alle conoscenze che l’artista aveva per la pittura medievale nordica. Questo incubo è reale, si trova infatti accovacciato sul petto di una donna addormentata, mentre la testa di una cavalla con gli occhi bianchi sporgenti appare nelle tenebre intorno. Sotto al corpo della donna si trova un panno decorato che scivola lentamente sul pavimento, unico elemento ad avere colori chiari e vivaci come l’arancio ed il giallo. Ma, se ponete particolare attenzione, noterete di certo che, una volta a terra, esso diventa rosso fuoco, alludendo forse ad un gioco erotico o addirittura all’inferno.

Che dire? Un premonitore di Freud, (il quale peraltro possedeva nel suo studio una riproduzione del dipinto), ma anche della rappresentazione dell’inconscio di Dalì e le atmosfere surreali di Munch. Per la prima volta ecco che viene rappresentato un sogno su tela, che parrebbe essere stato tratto da un sogno ad occhi aperti dello stesso artista, il quale (così andava dicendo) spesso aveva le visioni di personaggi mitologici dopo aver letto fiabe con protagonisti streghe e demoni.

Quest’opera, una volta terminata, non si sapeva se esporla nel 1782 alla Royal Gallery di Londra, in molti pensavano che avrebbe suscitato scalpore e terrore, in quanto in esso vi è sicuramente intriso un senso di erotismo demoniaco; invece le persone risultarono alquanto interessate, tanto che l’opera venne addirittura venduta.

In questo quadro vediamo il volto della donna alquanto sofferente, con una pelle decisamente pallida e le braccia sono abbandonate verso il pavimento, tanto da poter credere che si tratti di una persona ormai deceduta, come se la creatura maligna le avesse sottratto la vita.

Tutta la vicenda si pone davanti a dei tendaggi rossi che si trovano proprio dietro al letto, come se fossero quasi delle tende da palcoscenico, teatrali e le figure risultano in penombra, così da rendere tutta l’immagine più accattivante, ma al tempo stesso lugubre. Vengono anche messi degli oggetti per rendere la scena più reale, come una fiala, uno specchio ed un libro.

L’angoscia della figura femminile viene evidenziata quindi con la testa di una cavalla spettrale ed un mostriciattolo dalle orecchie appuntite, con una gobba che grava sul suo busto; il particolare che sicuramente mette più angoscia e paura nell’animo è il suo ghigno, che sembra modificarne i lineamenti. Mette i brividi, per come la si guarda sembra quasi che si sia stancato di starsene lì accovacciato e voler uscire dalla tela per venire a incutere timore a qualcuno di noi spettatori. Ricordo che il titolo originale dell’opera è The Nightmare (“Night” significa notte e “mare” significa cavalla) che rimanda anche al nome di un piccolo demone della mitologia scandinava. I Mare sembra cavalcassero cavalli spettrali la notte o alberi, lasciando esausti e sudati al mattino, e che legassero i capelli di chi dormiva, sia che fossero umani, sia che fossero animali. Secondo invece Paul Devereux, autore britannico, i Mare sono streghe reincarnate in animali come ad esempio gatti, rane, cani, uccelli.

Curiosi di saperne di più? Ebbene, vi basti sapere che questo demone, durante il sonno degli umani, poteva sedersi sul petto dei dormienti causando ansia ed incubi notturni. (Dal qui ecco anche l’idea del film con il mostro Freddy Krueger). Questo demonietto sembra quasi assomigliare alle creature mostruose quali i goblin ed i gargoyle delle tradizioni nordiche, infissi sulle cattedrali gotiche.

I colori, assurdi ed irreali, predominano con il nero ed il rosso, ma si dà comunque spazio ai contrasti della carnagione chiara della pelle e della lucentezza del vestito; tutto questo dà vita ad uno spazio tridimensionale, rappresentando lo spazio stesso del sogno ed evidenziando al meglio l’immagine visionaria. La luce è innaturale per poter amplificare il tutto e creare al meglio le apparizioni fantastiche e grottesche.

Ma come mai questa associazione tra una donna reale e creature demoniache? Certo, il tutto è stato estremizzato, ma, come possiamo leggere nei dizionari del 1700, i sintomi più comuni degli incubi erano (e sono tutt’ora) intorpidimento del corpo e il senso di pesantezza sul petto, proprio come se qualcuno stesse sopra al nostro corpo.

Mi piace molto passare ore e ore a fissare quest’opera e cercare di carpirne i segreti, sopratutto perché appassionata al mondo dei sogni e sono pienamente d’accordo con il pittore quando, nell’aforisma numero 231, egli stesso afferma: “Una delle regioni meno esplorate dell’arte sono i sogni”.

Secondo antiche credenze mitologiche, l’incubo come essere spaventoso giungeva non solo per creare sonni irrequieti, ma anche per unirsi carnalmente con il povero malcapitato, il quale poteva avere visioni ad occhi aperti durante la fase REM; proprio durante questi momenti la vittima era come paralizzata e, non riuscendo quindi a svegliarsi, rimaneva ahimèintrappolato nell’incubo. Per i romani queste creature erano i fauni, nel medioevo si trattava di una specie di vampiri, mentre in Italia c’era la presenza della strega Pantafica.

E quindi quale pittore meglio di Johann Heinrich Füssli si avvicina al mondo onirico, ironico e fiabesco? E ora fate sonni tranquilli!