OLTRE IL VELO: SWEDENBORG E IL MISTERO DELL’ALDILÀ
di Antonella Astori
Emanuel Swedenborg (nome di nascita Swedberg) nacque a Stoccolma il 29 Gennaio 1688 e morì a Londra il 29 Marzo 1772 di una lunga malattia. Essendo un veggente si premurò di avvertire per lettera il pastore metodista John Wesley, il quale doveva andare a trovarlo in aprile; in questa vi scriveva che lui, in data 29 marzo 1772, sarebbe morto e che quindi non avrebbe potuto riceverlo. Cosa che puntualmente accadde. Da far venire i brividi. Egli fu un mistico, medium, filosofo, teologo e chiaroveggente. E’ quindi considerato tra uno dei precursori di quello che è lo spiritismo. Fin da quando era bambino, (il terzo figlio) infatti, persino i suoi genitori (il padre era un vescovo luterano di Skara e professore di teologia, mentre la madre aveva nome di Sarah Behm) erano consapevoli di questi fatti paranormali e dicevano addirittura che gli angeli potevano parlare per bocca sua, pensando ad una sua futura carriera come scienziato svedese.
Amante degli studi quale era, si iscrisse appena possibile all’Università di Uppsala, dove potè studiare latino, greco, ebraico, matematica e scienze, tenendo sempre i piedi per terra. Fu un uomo veramente colto, si pensi che parlava addirittura almeno ben otto lingue e realizzò l’opera “Philosophica Et Mineralia” nel 1734, un’opera sui metalli. Inoltre, Swedenborg nelle sue doti di scienziato produsse disegni e progetti per invenzioni meccaniche, realizzate per il bene della sua nazione. I progetti che realizzò sono invenzioni tecniche e meccaniche adatte alla situazione svedese dell’ epoca. Pompe, forni, gru, strumenti per le miniere, per la navigazione interna, per la guerra e per la difesa delle coste.
Una delle sue più interessanti invenzioni fu il prototipo dell’attuale Hovercraft, ovvero un veicolo sostentato da un “cuscino d’aria” e mosso da una o più eliche. In pratica un aeroscalo.
Nella sua esistenza pubblicò ben cinquanta libri, la maggior parte in latino; tra i più noti ricordiamo “Regnum Animale”, “Arcana Coelestia” (otto volumi in latino e dodici volumi nella lingua inglese) e “De Culto Et Amore Dei”. Purtroppo, in italiano, troviamo solo “Cielo e Inferno”, “Conversazione con gli angeli” e qualche piccolo racconto. Questo mi fa pensare:”Come mai non tutte le sue opere sono state tradotte in Italia? Sono forse confessioni scomode?”
Cominciò a trascrivere anche in un libro chiamato “Diario dei sogni”, dove possiamo anche noi ripercorrere l’affacciarsi dei suoi primi strani sogni, delle prime straordinarie visioni (a volte ahimè anche terribili) e della presa di coscienza di un nuovo compito che Swedenborg stesso sentiva essergli attribuito da forze guida superiori, che presto identificò in spiriti ed angeli. E per questo oggi Swedenborg è anche considerato uno dei padri del cosiddetto occultismo. Da chi le ha lette sappiamo che sono alquanto impressionanti.
Da quando compì 55 anni, fino agli 84, quando morì, ebbe una serie di visioni ad occhi aperti e sogni premonitori, che lo convinsero a credere nell’aldilà e ad un mondo diverso dal nostro, ma non lontano.
Swedenborg ammise di poter parlare con spiriti di re, di personaggi biblici (ricordiamo tra i molti Mosè e persino Gesù) e addirittura con gli abitanti della Luna, di Venere e di Marte; da quel momento decise di dedicare la sua vita alla teologia. Questa sua dote la chiamò Dottrina delle corrispondenze, spiegata molto dettagliatamente nel suo libro “Arcana Coelestia”, scritta tra il 1746 e il 1747.
Condivise questa sua dote con Jakob Bohme, il quale ipotizzò che il nostro cervello ha il potere di forgiare le nozioni di tempo e di spazio, in quanto è proprio l’encefalo che costruisce matematicamente una realtà “oggettiva”, mediante le frequenze di un ordine di esistenza più profondo, situato al di là dello spazio e del tempo.
Poteva così descrivere avvenimenti futuri dettati da questi fantasmi, quali l’incendio di Stoccolma. Lui stesso affermò: ”Ciò che riferisco non è il frutto di una persuasione interna, racconto ciò che ho visto. Mi è stata soltanto data l’esperienza di poter penetrare in due mondi, quello dello spirito e quello della materia.”
E ancora: “Ho visto mille volte che gli angeli hanno forma umana e mi sono intrattenuto con loro come l’uomo si intrattiene con l’uomo, a volte con uno solo, a volte con più di uno, e non ho visto nulla in loro che differisse dall’uomo in quanto alla forma. Affinché non si potesse dire che si trattava di illusione, mi è stato concesso di vederli in pieno stato di veglia, mentre ero padrone di tutti i miei sensi ed in uno stato di limpida percezione.”
Che dire? Un uomo ammirato ed ascoltato dai più grandi pensatori dell’epoca tra cui uno in particolare, ovvero Kant, che a lui dedicò il libro “Sogni di un visionario”, libro a noi utilissimo in quanto riporta alcuni fatti estremamente importanti della vita di Swedenborg.
Insomma, se vogliamo credere a quest’uomo, possiamo dire quindi di avere una possibilità in più dopo la morte, lui ci conferma che qualcosa nell’aldilà esiste davvero. Crederci non costa nulla! Ricordiamoci che quello che ci offre Swedenborg è veramente un viaggio straordinario che merita di essere letto senza pregiudizi.


