TUTTE LE PUBBLICITÀ SONO SUBLIMINALI 11
di Gianfranco Galliano
Una affiche pubblicitaria stradale che reclamizza una palestra di fitness
Nonostante l’immagine sia suddivisa in maniera asimmetrica da un doppio margine nero e verde a forma di freccia, è decisamente simmetrica quanto ai contenuti visivi essenziali, sia pure tradotti da immagini diverse. È un po’ come se si trattasse di un testo in lingua con la traduzione a fronte. Ma andiamo con ordine, e, detto en passant che i colori dominanti dell’immagine a sinistra sono rosa e azzurro per indicare ovviamente che palestra è aperta a entrambi i sessi, parliamo innanzitutto degli ordini nascosti contenuti nella parte sinistra: per cominciare, il ginocchio destro della modella è piegato in modo da indicare la parte destra della pagina (freccia 1); quindi il piede sinistro si estende a segnalare l’indirizzo e-mail della palestra di fitness in basso a sinistra (freccia 2); lo stesso fanno le mani appoggiate al suolo che quasi toccano il medesimo indirizzo (freccia 3); infine, anche i capelli (repetita iuvant, è proprio il caso di dirlo!) lo indicano (freccia 4).
[Excursus. È interessante notare la totale fungibilità e l’obbedienza cieca del corpo alle acrobazie grafiche volute dal pubblicitario: ciò ricorda come esso – in particolare quello femminile, inutile nasconderselo – venga sottoposto a una reificazione che, a causa della quantità di stimoli prodotti ma non percepiti coscientemente dal fruitore distratto, può creare un pericolo concreto e reale. Per tornare al nostro esempio, se il pubblico maschile, osservando l’immagine che promuove la palestra di fitness si rendesse conto del maggior numero possibile di allusioni, volute o meno non importa, a Cinquanta sfumature di grigio, a Histoire d’O oppure al bondage più in generale (neanche tanto: si veda l’Episode 4 di “The Scarlet Widow” di Ruiz in Bizarre Comix, Volume 12) , non risentirebbe (o risentirebbe molto meno) di queste a livello profondo proprio perché verrebbero raffreddate e analizzate dalla consapevolezza di un adulto e non inghiottite supinamente dall’acriticità di un bambino nel quale in quel momento l’uomo in un certo senso si trasforma: per questa ragione egli è anche pronto a ricevere da esse una sorta di nuovo piccolo trauma dal mondo esterno. Associati e mescolati a molti altri sempre inconsapevoli, poi, tali suggerimenti nascosti possono provocare in lui un senso di disagio e frustrazione i cui esiti – per questa ragione parlavamo di pericolo – potrebbero dar luogo, a seconda dei casi, a piccoli e grandi problemi nella sfera sessuale che ricadrebbero quantomeno sulla sua idea di donna. Deve essere chiaro come quanto detto non adombri neppure lontanamente l’idea di una censura delle immagini utilizzabili per la pubblicità o di un pronunciamento a favore d’una maggiore funzione educativa di essa: se però, com’è giusto, si vuole esercitare la massima libertà, allora questa deve venire accoppiata alla massima coscienza critica. Da qui non si scappa.]
Adesso veniamo in breve alle simmetrie: la spalliera a sinistra ripropone a livello iconico la “E”, costituita da tre segmenti lineari sovrapposti, della scritta che pubblicizza la palestra di fitness collocata nella parte destra; infine, la posizione acrobatica della modella rende figurativo quella sorta di astratto ricciolo bianco contenuto all’interno del cerchio che è anche il logo della palestra di fitness.
Nota
Nessuna delle indagini è stata effettuata individualmente dall’estensore di questo scritto; a ognuna di esse hanno collaborato di volta in volta alunni, insegnanti ed esperti del settore. Le fonti sono state volutamente casuali.